(T.a.r. Sardegna – Sezione Prima – sentenza n. 672 del 18.11.2020 – Estensore Traina)
Con sentenza n° 672/2020 pronunciata sul ricorso r.g. n° 453/2013, il T.a.r. Sardegna -nel rigettare l’impugnazione avversaria- ha ribadito alcuni importanti principi in materia di legittimazione alla realizzazione degli interventi edilizi.
Anzitutto, il Tribunale ha ritenuto sussistente la propria giurisdizione a decidere sulla titolarità dell’area oggetto di edificazione in forza dell’indirizzo giurisprudenziale per cui “la cognizione incidentale del giudice amministrativo, in sede di giurisdizione di legittimità” deve ritenersi estesa a “tutte le questioni pregiudiziali o incidentali relative a diritti, la cui risoluzione sia necessaria per pronunciare sulla questione principale”.
Secondo il T.a.r. Sardo, in particolare, la questione dell’accertamento del diritto di proprietà sull’area interessata dall’intervento assumeva carattere pregiudiziale ai fini della statuizione sulla fondatezza o meno dei vizi di legittimità degli atti impugnati, analogamente a quanto accade nel caso in cui l’amministrazione procedente debba determinarsi sull’assentibilità o meno del domandato permesso di costruire.
Quanto all’accertamento di cui all’art. 11 del DPR n. 380/2011, a norma del quale colui che richiede un titolo edilizio deve allegare e dimostrare di essere legittimato alla realizzazione dell’intervento che ne costituisce oggetto, il Tribunale ha ritenuto che l’Amministrazione abbia legittimamente autorizzato i controinteressati alla realizzazione del domandato intervento, vista la documentazione prodotta a corredo della domanda di autorizzazione edilizia da cui è risultata comprovata la piena disponibilità dell’area in capo agli istanti, indipendentemente dalle risultanze catastali.
Leggi la sentenza
Sentenza T.a.r. Sardegna, sez. I, n. 672-2020