(Tar Sardegna, Sez. I, 17.03.2017, n. 197)
La società ricorrente ha impugnato la graduatoria relativa al fondo di finanziamento del sistema regionale dei cc.dd. “Confidi”.
In particolare, il disciplinare del fondo prevedeva in modo assolutamente univoco che la distribuzione del fondo tra i confidi si dovesse determinare “assegnando il 60% delle risorse disponibili sulla base del valore delle garanzie rilasciate in favore di PMI nel corso dell’anno precedente, il 25% sulla base del numero di PMI socie del singolo Confidi e il restante 15% tenendo conto del numero delle garanzie rilasciate nel corso dell’anno precedente”.
Tale previsione imponeva l’attribuzione di un “diverso peso” a ciascuno degli indicati criteri, conformemente alle rispettive percentuali di riferimento, per cui l’Amministrazione avrebbe dovuto necessariamente utilizzare, in alternativa, una delle seguenti metodologie operative: (i) suddividere l’importo totale del fondo in tre tranche, ciascuna calcolata in base alla rispettiva percentuale indicata dal disciplinare, per poi ripartire ciascuna di esse tra i confidi in base all’incidenza di ognuno di loro sul relativo di riferimento; (ii) in alternativa, calcolare un “parametro medio ponderale” che -moltiplicato per l’importo complessivo del fondo- consentisse di quantificare l’importo spettante a ciascun confidi in base alla sua diversa incidenza sui criteri prestabiliti (e relative percentuali di distribuzione)”;
Orbene, la “previsione “a monte” per l’Amministrazione rappresentava un insuperabile autovincolo, dovendo imporre nel relativo riparto quell’incidenza differenziata dei tre criteri.
Invece, l’Amministrazione ha distribuito le somme sulla base di un criterio unitario -costituito dalla “media aritmetica pura” tra i risultati dell’applicazione delle sopra descritte percentuali, e in tal modo ha stravolto il peso ponderale di queste ultime, vincolativamente previsto nel disciplinare, incorrendo nel vizio dedotto in ricorso.
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Tar Sardegna, Sez. I, 17.03.2017, n. 197